Lo sport come strumento di cura, prevenzione e comunità. È questo il messaggio emerso con forza dal convegno “Sport e Salute Mentale – Costruire comunità e benessere”, che si è svolto il 7 maggio 2025 presso l’Aula Giubileo dell’Università LUMSA.

L’iniziativa, promossa dal CSI Roma in collaborazione con la LUMSA, ha visto la partecipazione di esperti del mondo accademico, sanitario e sportivo, accomunati dalla volontà di valorizzare lo sport come mezzo concreto di promozione del benessere psicologico e sociale.

La mattinata si è aperta con i saluti istituzionali del rettore Francesco Bonini, seguiti dall’intervento della prof.ssa Paula Benevene, presidente del Corso di Laurea in Psicologia sociale, forense e delle organizzazioni della LUMSA, che ha delineato nuove sfide e prospettive nel rapporto tra sport e salute mentale.

Tra le relazioni principali, la psicologa Luana Morgilli ha illustrato i benefici dell’attività fisica per la salute mentale, mentre il direttore del DSM ASL Roma 1, Giuseppe Ducci, ha offerto un’interessante lettura costituzionale del ruolo dello sport nella società contemporanea.

Il programma è proseguito con una serie di interventi tematici: Cristiana Morera (DSM ASL Viterbo) ha raccontato come il calcio possa rappresentare un’occasione di riscatto nella riabilitazione psichiatrica, Alessandro Antonucci (UOC Salute Mentale 3 Distretto) ha esplorato il significato riabilitativo dello sport nel percorso terapeutico, Massimo Cozza (DSM ASL Roma 2) ha posto l’accento su come lo sport possa diventare strumento di inclusione e contrasto al pregiudizio.

A chiudere il convegno, uno spazio dedicato alle esperienze concrete, coordinato da Ilaria Buonuomo, con la partecipazione di Mauro Raffaeli, fondatore di Matti per il calcio, e la presentazione del torneo Calcio d’Inizio, un progetto di calcio a 5 non agonistico e a carattere riabilitativo, promosso dal CSI Roma in collaborazione con i servizi pubblici della salute mentale.

Di notevole interesse gli interventi degli ospiti e numerosi gli spunti di riflessione e confronto.
Una tavola rotonda non banale né fine a se stessa. Da un lato l’analisi di dati e metodologie operative, dall’altro il racconto di esperienze concrete con le immagini e le voci di chi sta contribuendo alla crescita di un movimento virtuoso, entusiasta e propositivo.
Ed infine loro, i veri protagonisti: ragazzi emozionati ed emozionanti da vedere ed ascoltare. Coraggiosi nel prendere la parola e felici di raccontare e raccontarsi. Spiritosi e poetici allo stesso tempo nel descrivere il loro calcetto, quel piccolo mondo che li sta aiutando a star meglio in una realtà più grande e complessa.

Sì, il calcetto: non il calcio a cinque o il futsal (come dovrebbe essere definito in gergo tecnico).
Il calcetto, semplicemente… che “profuma” tanto di amicizia, spensierata adolescenza ed allegria.
Il calcetto che regala bellezza, e che in quei momenti non fa sentire soli.
Il calcetto che protegge, ma che allo stesso tempo rafforza, creando identità personale e senso di appartenenza.

Il convegno è stato moderato dal presidente del CSI Roma Daniele Pasquini e ha ricevuto il patrocinio della Fondazione Giovanni Paolo II per lo Sport, dell’ANPIS e dello Sport Inclusion Network, a conferma del riconoscimento istituzionale e sociale del tema affrontato.

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